Wednesday, June 10, 2020

"Meriggiare pallido e assorto", A Poem by Eugenio Montale










Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci di bottiglia.



 





To pass noon, pale and thoughtful,
near a hot orchard wall,
to listen among thorns and twigs
snaps of blackbirds, hisses of snakes.

In the cracks in the soil or on the vetch
to spy the rows of red ants
now breaking and now intertwining
at the head of tiny chariots.

To observe through the leaves the heartbeat
faraway of flakes of sea
while tremulous shrills rise
of cicadas from the bald peaks.

To go into the sun that dazzles
to feel with sad wonder
how all life and its labor
in this going on is a wall 
that has on top sharp shards of bottles.



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